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Agnese Bizzarri

Agnese Bizzarri si occupa di progetti educativi e culturali presso fondazioni, enti, pubbliche amministrazioni, università  e associazioni non profit. Per il sito Che Forte.it cura la rubrica “La mitologia spiegata ai bambini”. Con VandA Edizioni ha pubblicato gli ebook “C’era una volta… anzi no!” (2015), “Dentisti, dinosauri e altre strane creature” (2016), adottato in tutte le scuole dell’infanzia di Parma come progetto educativo, “12 case, tanti pianeti” (2017) e “Ragù cosmico” (2020). Nel maggio 2016 ha vinto il premio TOYP (The Outstanding Young Persons), riconoscimento per giovani talenti promosso da JCI Italy (Junior Chamber International, ONG membro ONU e Unesco).

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12 case, tanti pianeti. L’affido familiare in giocose storie, di Agnese Bizzarri

12 case, tanti pianeti affronta un tema importante: l’affidamento. Lo fa attraverso i disegni di Margherita Braga e le storie di alcuni piccoli amici che vanno incontro, proprio come accade ai bambini, a diversi cambiamenti.

Non tutti siamo uguali, qual è allora il segreto per affidarsi? Forse si tratta solo di imparare a guardare con nuovi occhi o con quelli di un camaleonte e allora una o due case possano sembrare anche poche e quella dell’affidamento può diventare un’esperienza bellissima. 

Trattate in tutta la loro complessità queste storie raccontano gli aspetti positivi e negativi legati al cambiar casa e al conoscere una nuova famiglia.

Con una cura e un’attenzione particolare Agnese Bizzarri e Margherita Braga confezionano un delizioso libricino in grado di far riflettere grandi e piccini.

Leggine un estratto…

“Sono Ibic, e vivo in 12 case.
“Cosa? 12 case!!! Ma come è possibile? Chi porta la spesa? Ma in tutte ci sono le scale? Ma per cambiarti la canottiera fai 12 valigie? E i quaderni di scuola li tieni in tutte le case?”


Ora cerco di chiarirti meglio. Qui nello spazio tutto è tanto: il cielo, le stelle, le nebulose, i pianeti, i buchi neri, gli amici, i genitori, le case…
Appunto, torniamo alle case. Vediamo. Sono 12:”

“nella prima vivono i miei genitori, quelli del primo pianeta,
nella seconda casa vivono i miei genitori, quelli del secondo pianeta,
nella terza gli amici del primo pianeta,
nella quarta gli amici degli amici del primo pianeta,
nella quinta gli amici degli amici del secondo pianeta,
nella sesta i nonni del primo pianeta,
nella settima i nonni del secondo pianeta,
nell’ottava gli zii del primo pianeta,
nella nona gli zii del secondo pianeta,
nella decima i cugini del primo pianeta,
nell’undicesima i cugini del secondo pianeta,
nella dodicesima la tata del primo pianeta.
Si può dire che non mi sono mai annoiato.
Scusa, ti ho interrotto. Mi stavi dicendo che tra poco avrai due case, che è complicato quando porti un giocattolo nella prima casa e magari nella seconda hai scordato il quaderno di matematica.

Due sole case? Mi spiace moltissimo! Troppo poche. Se te ne servono altre, dieci le metto io. Di più non posso.”

Ti è piaciuto l’estratto? Scopri il libro: 12 case, tante pianeti, di Agnese Bizzarri

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Radio inBlu – Intervista ad Agnese Bizzarri

Questa settimana su radio inBlu si lascia spazio ai bambini, in una bella intervista Agnese Bizzarri presenta la favola sul Coronavirus “Il tempo dei colori” che ha ispirato il contest ricondiviso anche dall’ONU.

Per ascoltare l’intervista completa cliccate qui.

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Il tempo dei colori

una favola di Agnese Bizzarri

Una mattina, l’Italia, si svegliò tutta rossa.

Aveva forse troppo caldo? No, per niente, era ancora marzo…

Si era imbarazzata di qualcosa? Non mi pare.

Si era terribilmente innamorata di qualcuno? Non ancora.

Invece sapete cosa: si era ammalata ed era diventata tutta rossa. Non poteva fare spostamenti, né uscire di casa. Allora si era proprio ammalata! Doveva stare tranquilla e aspettare il tempo della guarigione. Pare fosse arrivato un mostro o qualcosa di simile, non si vedeva, era invisibile, ma era molto potente e cattivo che aveva messo l’Italia in questa situazione. Ma non mi soffermerei troppo, parlano tutti di questo, invece, vorrei raccontarvi del tempo altro: quello dei colori.

Ai bambini e alle bambine il rosso piaceva, però preferivano tutti i colori. Bianco, verde, giallo, marrone, rosa, arancione… I tanti colori dell’Italia. I suoi colori. 

“A noi tutta rossa non piace mica tanto, vogliamo ridipingerla come era prima.

Ci penseremo noi! 

Noi siamo molto bravi a colorare. A scuola lo facciamo sempre! Voi grandi siete più portati in altre faccende, ora è il nostro tempo, mettetevi da parte.”

Perché per mischiare e rifare i colori e dipingere l’Italia ci voleva tempo.

Ma soprattutto si dovevano preparare i colori.

Per farlo però i grandi avrebbero dovuto fermarsi.

Era il tempo dei colori.

Così accadde che i bambini e le bambine di tutta Italia si riunirono. Ci volle tempo perché tutti si incontrassero. Erano tanti, tantissimi bambini e bambine! Alcuni arrivarono col grembiule come dei veri pittori, altri vestiti sportivi, altri in pigiama, altri ancora in mutande e canotta, dalla fretta non si erano nemmeno vestiti non c’era poi tutto questo tempo, alcuni bambini arrivarono con le provviste: focacce e merende per tutti, altri con caramelle e ciupa ciupa.

Molti presero il sacco a pelo nel caso mentre coloravano si fossero addormentati, perché sarebbe stato un lavoro lungo. Altri caricando sulle spalle zainetti con i loro peluches, nel caso fossero rimasti lontani da casa parecchio.

Nonostante fossero moltissimi, si organizzarono benissimo. Presero enormi tavolozze di colori, tempere, pennelli di ogni misura e secchi di acqua. Con le loro mani prepararono, mischiandoli tutti, i colori: verde, giallo, arancione, marrone, rosa, viola…

All’inizio erano troppo densi o troppo opachi o poco lucidi… Così con calma e pazienza aggiunsero acqua. Li rimescolarono di nuovo. Doveva uscirne un lavoro perfetto. Così ricominciarono.

Iniziarono ma passò un autobus che fece uno stridulo rumore, che confusione! Poi c’era il via vai dei negozi e della gente che continuava a uscire e andava a mangiare fuori. “Insomma non si riesce a lavorare, ci dobbiamo concentrare, dobbiamo dipingere tutta l’Italia, ma loro hanno capito?”

“Ci insegnano sempre che per studiare bene ci vuole concentrazione e poi cosa fanno?… Mah!”

Così i bambini inascoltati passarono a tenere minacce:

“Se non la smetterete coloreremo anche voi! C’è chi diventerà arancione, chi giallo, chi verde! Avete capito?”

I grandi capirono il messaggio e si fermarono per un po’. I negozi chiusero, tranne quelli per mangiare e curarsi, bisogna mangiare anche per colorare!

E con tanto impegno iniziarono a colorare l’Italia.

Ogni bambino e ogni bambina colorava a suo modo e proprio per questo il colore era ancora più bello.

C’è chi era più meticoloso, chi più fantasioso, chi più estroso.

Il tempo era come sospeso perché loro dovevano colorare senza sosta. Dai che funziona! Colorate! Senza fermarvi! “Non deve uscire nessuno! Il colore si deve asciugare per bene con il tempo. Se uscirete prima lo calpesterete e dovremmo ricominciare di nuovo”.

Minuto dopo minuto, giorno dopo giorno, mese dopo mese… 

Passò il tempo e piano piano, poco a poco, si ricominciò a vedere il verde, il bianco, il giallo, il rosa, il marrone, il viola, il blu, l’azzurro…

I colori erano tornati… quanta emozione. 

Ma soprattutto che soddisfazione dopo tutto lo sforzo fatto!

Una notte però l’Italia si svegliò ed era di nuovo rossa… Si era innamorata pazzamente. 

Era di tutti i colori ma ora era diventata rossa solo per amore.

Ti è piaciuta la favola?

Partecipa al contest: “Colora l’Italia” (link qui)

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