Trilogia SCUM. Scritti di Valerie Solanas

15,90

Autore: Valerie Solanas
A cura di: Stefania Arcara, Deborah Ardilli
Titolo: Trilogia SCUM
Collana: Vander.Women
Luogo e data di pubblicazione: Milano, ottobre 2017
Prezzo cartaceo: 15,9 €
ISBN cartaceo: 9788868993900 

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Descrizione

«C’è qualcosa di ingiusto se lei è ancora viva oggi. Essere malata non è una scusa le avrei staccato la spina io stesso.» (Lou Reed, I Believe, 1990)

Assurta alle cronache mondiali come la pazza che sparò ad Andy Warhol e ricordata nel tempo solo per questa ragione, Valerie Solanas fu invece una figura cruciale della controcultura degli anni Sessanta, frequentatrice del Greenwich Village e della Factory.

Lesbica dichiarata, icona del femminismo radicale, è l’autrice del celebre SCUM Manifesto e oggi ritorna alla ribalta, oggetto di rinnovato interesse da parte dei nuovi femminismi radicali e dei queer studies.

Oggetto di riscoperta nel mondo anglossassone da oltre un decennio, la sua opera resta invece ancora poco conosciuta al pubblico italiano. Trilogia SCUM colma questa lacuna, presentando per la prima volta a livello mondiale gli scritti di Solanas – il celebre Manifesto SCUM in una nuova traduzione italiana basata sul testo integrale rivisto dall’autrice nel 1977 e due inediti, l’atto unico Up Your Ass (In culo a te) e il racconto Come conquistare la classe agiata. Prontuario per fanciulle – raccolti in un unico volume arricchito da un solido apparato critico.

Composta prima del risveglio della seconda ondata femminista degli anni Settanta, a cui ha fornito un impulso decisivo, e prima della rivolta di Stonewall e della nascita del movimento LGBT e queer, l’opera di Solanas rivela tutta la sua straordinaria attualità.

Un umorismo cinico, incendiario, a tratti sconcertante, si dispiega in una pratica di scrittura che sfugge a facili classificazioni letterarie e apre invece uno squarcio sulla “fogna” da cui la scrittrice fa recapitare il proprio messaggio. La sua verve polemica anticipa temi dibattuti ancora oggi, tra i quali l’uso della tecnologia (inclusa quella riproduttiva), l’esclusione delle donne dalla cultura, dall’arte, dalla scienza e dalle risorse economiche, il lavoro domestico non retribuito delle donne, il sessismo psichiatrico e la critica radicale all’eterosessualità obbligatoria.

Non c’è gentilezza, ma qualcosa d’indomabile nella scrittura di Solanas, che continua a emergere dalla “fogna” nella quale viene respinto: è il desiderio di rispondere all’oppressione costituendosi come soggetto politico e scardinando il presente ordine sociale. La sua è una visione utopica e apocalittica insieme, è una risata sprezzante, beffarda, sarcastica, che si leva dal luogo dell’abiezione nel quale la società l’ha relegata in quanto soggetto non normato e “fuori controllo”.

«La Solanas si è presa l’incomodo di odiare gli uomini, è da questo stress che le deriva la lucidità su di loro.» (Carla Lonzi, Mito della proposta culturale, 1978)

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