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Novità – Sognando l’Europa

EUROPEE. L’ECONOMISTA PIERANGELO DACREMA: CON LA SUA LATITANZA SUI TEMI SOCIALI L’EUROPA  HA ALIMENTATO ESSA STESSA POPULISMI E SOVRANISMI

Il professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università della Calabria, autore di  Sognando l’Europa – Grande statista cercasi«I sovranismi non vinceranno, ma l’Europa ha tradito il suo mandato. Deve correre ai ripari e mettere al centro la giustizia sociale».

«Con le sue latitanze sulle grandi e drammatiche questioni sociali l’Europa ha alimentato essa stessa una forma di antieuropeismo e quindi i populismi e i sovranismi che attraversano come un vento freddo il Vecchio Continente». 
Lo dice il professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università della Calabria, Pierangelo Dacrema, autore di Sognando l’Europa – Grande statista cercasi(Edizioni All Around), libro che contiene anche un’intervista di Dacrema al sondaggista e studioso, Renato Mannheimer.

Per l’autore le prossime Europee rappresentano un snodo fondamentale per il futuro della Ue, ma il professore si dice convinto che «i populisti e i sovranisti non avranno il successo che sperano. Non basta baciare il rosario o alimentare campagne securitarie e anti immigrati per vincere. Ma, a maggior ragione – avverte Dacrema –  è ora che l’Unione europea, da troppo tempo orfana di grandi ideali, rilanci con forza il progetto europeo proprio per riconquistare i tanti antieuropeisti, che, in gran parte, non sono che europeisti delusi».
Per rinvigorire il progetto europeo, sostiene l’autore di Sognando l’Europa, «non si può che ripartire dall’equità, dal benessere diffuso dei suoi cittadini, dalla pace sociale, da politiche reali per combattere il dramma della disoccupazione».
Mentre L’Ue questi anni «ha contenuto il tasso di degrado della moneta, ovvero l’inflazione, entro il 2 per cento – la Bce ha di fatto come unico mandato la salvaguardia dell’euro –,  non si è preoccupata di contenere il tasso di degrado della società, cioè la disoccupazione, che colpisce pesantemente l’Italia  ma non risparmia, in ogni caso, la gran parte delle nazioni europee. Basti pensare che la cosiddetta locomotiva tedesca ha un tasso di disoccupazione che sta intorno al 7 per cento».
Insomma, l’economia ha prevalso sulla politica. E ora l’Europa «deve correre ai ripari: se vuole disarmare i populismi in agguato deve dare forza a una Europa diversa. Perché una cosa è certa, anche gli europeisti convinti non si accontentano certo dell’Europa di oggi».