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Novità – La materia sapiente del relativo plurale

 

La materia sapiente del relativo plurale ha un importante compito: liberarci dal grande bluff del patriarcato. Con queste pagine Daniela Pellegrini ha voluto condividere con i suoi lettori il percorso reale della materia dei suoi pensieri, per tener conto dei fatti e dei misfatti che li hanno generati.

Pellegrini prevede per il futuro una nuova organizzazione sociale. Di questa nuova elaborazione il movimento delle donne si deve far carico e diventare punto di riferimento non per femminilizzare, ma per depatriarcalizzare la politica e le vite di tutta la specie.

Tendiamo a pensare che il patriarcato sia l’unico tipo di società esistito ed esistente, ma in realtà non è così. Le donne hanno sofferto l’essere chiuse fuori, tanto da indurle a desiderare di essere dentro, partecipare, chiedere stessi diritti, parità, uguaglianza. Ma peggio è essere chiuse dentro, e non solo chiuse dentro gli stereotipi del femminile forzati e imposti dal potere del maschile, ma dentro la sua cultura, quella del possesso, dell’abuso e della liceità. Il presupposto è scegliere il fuori come punto di avvistamento ed elaborare la sua costruzione finalmente sapiens. Quindi ora è di nuovo tempo di parlar chiaro, di rinfrescarsi la vista: per troppo tempo non lo si è più fatto e ora se ne vedono le conseguenze.

Classe 1937, Daniela Pellegrini è sempre stata una femminista radicale attiva. Nel 1964 ha ideato il primo gruppo politico italiano di donne, Dacapo, divenuto poi Demau, perorando il “separatismo” come vera autonomia dal patriarcato. Nel 1981 ha fondato a Milano, insieme a Nadia Riva, Cicip & Ciciap, primo circolo culturale e politico femminista, che rappresenta un’opportunità unica per tutte le donne che desiderino parlare, parlarsi, scambiarsi pensieri e punti di vista su se stesse e sul proprio rapporto con il mondo. Sempre con Nadia Riva ha creato la rivista Fluttuaria, segni di autonomia nell’esperienza delle donne, attiva dal 1987 al 1994, su cui sono apparsi molti suoi scritti.