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Dacrema: la buona moneta locale che può aiutare il rilancio dell’economia


di Anna Anselmi (La Libertà, 5 marzo 2018)


– L’economista piacentino ha presentato il suo ultimo libro con Renato Mannheimer.

Come risollevare le sorti economiche di un’altra Italia chiamata a far fronte a un debito pubblico di proporzioni ormai abnormi e a rispettare i vincoli sottoscritti con l’adesione al patto del Fiscal compact, «sorta di manifesto della plastica dell’austerità»? Per aiutare il Paese a uscire dall’impasse, l’economista piacentino Pierangelo Dacrema, docente all’Università della Calabria, suggerisce alcune riflessioni e una conseguente proposta nelle pagine del libro “La buona moneta“, pubblicato da All Around, anche in ebook in coedizione da VandA.ePublishing. Il volume è stato presentato alla libreria internazionale Romagnosi, in via Romagnosi, dallo stesso autore e dal sociologo e sondaggista RenatoMannheimer, in un incontro introdotto dal giornalista Robert Gionelli. Scritto con un taglio rivolto anche ai non addetti ai lavori, “La buona moneta” sintetizza temi chiave con lo sguardo rivolto sia all’attualità, accennando all’orgomento dello criptovalute, come il bitcoin, nonchè passando al vaglio recenti misure avanzate dai vari schieramenti politici, per esempio a proposito dell’emissione di titoli di Stato di piccolissimo taglio o del reddito di inclusione per aiutare i meno abbienti, ma soprattutto non dimentica la lezione della storia, guardando alle risposte fornite a situazioni di gravi crisi negli Stati Uniti del New Deal rooseveltiano e nella Germania degli anni ’30 del secolo scorso, quando in un triennio, dal 1933 al 1936, «un Paese sull’orlo del baratro riuscì a conquistare un ragguardevole livello di benessere in virtù di una politica monetaria espansiva nel quadro di una politica economica orientata allo sviluppo», nonostante gli eccezionali risultati raggiunti siano poi stati utilizzati per una corsa al riarmo sfociata nella tragedia della seconda guerra mondiale (e il geniale ministro dell’economia Hjalmar Schacht, ebreo, in dissenso con Hitler dal 1938, sia stato tra gli imputati al processo di Norimberga). La soluzione esposta da Dacrema, che si pone in un’ottica comunque europeista («l’euro e l’Europa sono un valore. Credo nelle unificazioni, non nelle frammentazioni. Le esclusioni, le separazioni e le barriere hanno sempre creato problemi»), va nella direzione della «conversione dei titoli di debito pubblico in moneta corrente a corso forzoso in Italia», in circolazione parallela con quella sovranazionale, per ottenere – spiega Dacrema – da un parte il rilancio dell’economia a partire da un incremento della domanda globale, dall’altro un drastico abbattimento del debito. L’economista ipotizza i possibili scenari determinati dalla’rrivo della nuova moneta locale e immagina una serie di obiezioni, difendendo comunque la sua «proposta forte», scaturita da una «doverosa presa d’atto» di circostanze che non si possono sottovalutare.